Viva Verdi!
Viaggio ai confini del melodramma
Lo scopo è preciso: far uscire la Signora Opera dall’ovattata, lussuosa e claustrofobica dimora dove ormai ama soggiornare.
Portarla a spasso, a prendere aria, in altri luoghi, farle vedere gente diversa, vecchi amici, parenti… che so, la letteratura, la pop music, la storia, il cinema, la politica, il teatro… per scoprire che un tempo se la sono spassata questi qua, tutti insieme. Una bella cura fisioterapica per la nostra nonnina Melodramma e come al solito un’occasione per noi per conoscerla davvero, per apprezzarne l’eredità che, in fondo, è destinata a noi… “Lunga vita alla signora”.
La genealogia delle nostra ava affonda le sue radici in tempi antichi ed è impossibile ripercorrerli tutti in poco tempo.
Tuttavia riteniamo che con Giuseppe Verdi l’opera abbia vissuto una stagione felice, piena, ricca.
Il nostro lavoro assomiglia molto alla navigazione internet sia perché allo spettatore è richiesta quella stessa partecipazione attiva che deve porgere chi si pone di fronte a un computer, sia perché il processo narrativo dello spettacolo muove per nessi analogici, esattamente come quando si saltella da un sito a un altro dentro la grande grotta di Google. Partendo, per esempio, dal duetto Germont – Violetta dalla Traviata, grazie alla presenza viva e vera di canto e pianoforte, ci si imbatte nel romanzo di Dumas, da cui si passa a un video di Bjork, incrociato a una pagina de Il Secondo sesso di Simone de Beauvoir che conduce a un frammento di Priscilla di Stephan Elliott e a Senso di Luchino Visconti.
Un mosaico contemporaneo dell’antica arte lirica.
Francesco Micheli
W.A.M.
ovvero Mozart e l'esaltante tragedia dell'essere pop
“Non so scrivere in modo poetico: non sono un poeta. Non so distribuire le frasi con tanta arte da far loro gettare ombra e luce: non sono un pittore. Non so neppure esprimere i miei sentimenti e i miei pensieri con i gesti e con la pantomima: non sono un ballerino. Ma posso farlo con i suoni: sono un musicista.”
(Wolfgang Amadeus Mozart)
Arte colta e pop art. Bambini prodigio e vecchi padroni. Principi e draghi. Fiabe e incubi. Chiasso e colori. Studio e sregolatezza. Genio precoce e morte prematura.
Questo e molto altro nella vita morte e miracoli di Wolfgang Amadeus Mozart, il primo precario della storia del lavoro occidentale, la prima vittima del mercato dell’arte. Da Vienna, baluardo dell’Ancien Rgime, a New York, cuore acido degli Anni ’80 del Ventesimo Secolo.
Da WAM a Basquiat, tratteggiare una parabola per raccontare il difficile lavoro del diventare adulto, artista, essere uomo.
Francesco Micheli